Oratorio di Santo Stefano (Sec. XVIII)
Oratorio di Santo Stefano (Sec. XVIII)
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Comune | Tornaco (Apre il link in una nuova scheda) |
Indirizzo | Strada Vecchia Tornaco / Vignarello (Strada Bianca) |
Telefono | 0321.84720 (Parrocchia) |
Informazioni | Proprietà: Ente ecclesiastico Coperture: genere a tetto; forma semplice a falde Uso originale: edificio di culto Uso attuale: edificio di culti Carta per la georeferenzazione: Ctr 1:10.000; 138060 |
Modalità di accesso | apertura funzioni religiose |
L'oratorio di Santo Stefano è situato in ambito extraurbano, lungo il percorso viario verso Vignarello.
L'edificio presenta impianto planimetrico ad aula unica con terminazione absidale. Ingloba infatti in sé parti di una costruzione di molto anteriore, riconducibile probabilmente ad un'antica basilica romanica risalente all'XI secolo; tali parti sarebbero identificabili nell'abside e nella parte inferiore delle pareti laterali. La forma dell'abside appare altamente significativa, data le ampie dimensioni e la ripartizione realizzata da cinque larghe lesene che si collegano con archetti pensili accoppiati.
Il luogo risulta già citato (con la accezione di "prato") nell'anno 1006 e poi nel 1121, quando viene annotata una "fondazione di Santo Stefano", dipendente dall'omonima abbazia presente in Vercelli. L'edificio venne conservato in ottime condizioni fino al XV secolo, a cura dei monaci ivi residenti, che ne fecero decorare riccamente l'interno con pregevoli affreschi.
Allo stato attuale risulta ancora visibile solo una raffigurazione della Vergine con il Bambino fra San Giovanni Battista e Santo Stefano. La sua struttura originaria venne modificata nel secolo XVIII, realizzando un sopraelevamento delle pareti ed un rifacimento della facciata in forme neoromaniche. Il fronte, oggetto di interventi non remoti, presenta finitura ad intonaco, già segnata da fenomeni di umidità ed efflorescenze legate all'umitità. I fronti perimetrali, con struttura muraria a vista, versano in condizioni ancor più critiche, con preoccupanti fenomeni di perdita di materiale, a partire dall'erosione dei giunti di legante. Necessaria una verifica strutturale anche della stabilità del bene.
Per quanto riguarda l'esecuzione di interventi, si sottolinea l'opportunità di procedere preventivamente ad azioni di risanamento dall'umidità, correlata alla presenza di Sali solubili; la tecnica impiegata in eventuali interventi di restauro dovrà essere di tipo non distruttivo, con impiego di materiali e sostanze affini a quelli originari e legante a base di malta di calce naturale.
In relazione agli apparati decorativi interni, essi richiederebbero completi ed attenti interventi di restauro conservativo, in particolare in relazione alla raffigurazione della Vergine con il Bambino fra San Giovanni Battista e Santo Stefano.
L'edificio presenta impianto planimetrico ad aula unica con terminazione absidale. Ingloba infatti in sé parti di una costruzione di molto anteriore, riconducibile probabilmente ad un'antica basilica romanica risalente all'XI secolo; tali parti sarebbero identificabili nell'abside e nella parte inferiore delle pareti laterali. La forma dell'abside appare altamente significativa, data le ampie dimensioni e la ripartizione realizzata da cinque larghe lesene che si collegano con archetti pensili accoppiati.
Il luogo risulta già citato (con la accezione di "prato") nell'anno 1006 e poi nel 1121, quando viene annotata una "fondazione di Santo Stefano", dipendente dall'omonima abbazia presente in Vercelli. L'edificio venne conservato in ottime condizioni fino al XV secolo, a cura dei monaci ivi residenti, che ne fecero decorare riccamente l'interno con pregevoli affreschi.
Allo stato attuale risulta ancora visibile solo una raffigurazione della Vergine con il Bambino fra San Giovanni Battista e Santo Stefano. La sua struttura originaria venne modificata nel secolo XVIII, realizzando un sopraelevamento delle pareti ed un rifacimento della facciata in forme neoromaniche. Il fronte, oggetto di interventi non remoti, presenta finitura ad intonaco, già segnata da fenomeni di umidità ed efflorescenze legate all'umitità. I fronti perimetrali, con struttura muraria a vista, versano in condizioni ancor più critiche, con preoccupanti fenomeni di perdita di materiale, a partire dall'erosione dei giunti di legante. Necessaria una verifica strutturale anche della stabilità del bene.
Per quanto riguarda l'esecuzione di interventi, si sottolinea l'opportunità di procedere preventivamente ad azioni di risanamento dall'umidità, correlata alla presenza di Sali solubili; la tecnica impiegata in eventuali interventi di restauro dovrà essere di tipo non distruttivo, con impiego di materiali e sostanze affini a quelli originari e legante a base di malta di calce naturale.
In relazione agli apparati decorativi interni, essi richiederebbero completi ed attenti interventi di restauro conservativo, in particolare in relazione alla raffigurazione della Vergine con il Bambino fra San Giovanni Battista e Santo Stefano.